mercoledì 26 gennaio 2011

Turismo in Versilia: faticoso lavorare così

Venerdì 21 gennaio 2011 sono andato al convegno "Fare impresa turistica", dedicato al turismo in Versilia e alle sue problematiche. La sala era piena, fra albergatori, operatori balneari e altri professionisti. Il convegno era all'Hotel Astor di Viareggio.
Dalle varie relazioni è emerso un panorama di opportunità e problemi:

  1. Occorre un sistema aeroportuale toscano integrato. Il traffico presso l'aeroporto di Pisa sta diventando sempre più importante: nel 2010 cinque milioni di passeggeri che, una volta arrivati, trovano difficoltà a raggiungere la Versilia con mezzi pubblici carenti e taxi troppo costosi.
  2. Il turismo rappresenta il 10% del prodotto interno lordo.
  3. Della percentuale di turismo toscano la metà è rappresentato dal turismo balneare che ha una forte capacità di traino su tutto il settore (chi trascorre 15 giorni al mare fa qualche puntata nelle città d'arte, oppure fa base in Versilia per visitare l'Alta Toscana, mentre in genere non succede il contrario).
  4. In una giornata di solo e bel tempo, la presenza in Versilia totalizza circa 100.000 visitatori.
  5. Il 60% del turismo a Firenze è sommerso, il che rappresenta sia un problema di trasparenza, sia un problema di complessità normativa e scarsi incentivi a regolarizzare l'offerta.
  6. In base all'evidenza aneddotica, Forte dei Marmi viene considerata da turisti svizzeri al livello della Svizzera per pulizia, servizi e qualità dell'offerta turistica.
  7. Le infrastrutture regionali non aiutano il lavoro degli operatori: strade, parcheggi e ferrovie vengono considerati insufficienti (parere personale: le ferrovie e le linee pubbliche di autobus sono particolarmente insufficienti, perché potrebbero assorbire una larga quota di trasporto riducendo l'impatto su parcheggi e territorio dato da coloro che vengono in Versilia in macchina per poi lasciarla parcheggiata per una settimana o due perché una volta qui si spostano prevalentemente in bicicletta).
  8. Le tariffe autostradali sono elevate rispetto ad analoghe tariffe in altri paesi europei.
  9. Il sistema fiscale non aiuta gli operatori né per qualità della normativa, né per aliquote: all'estero l'iva sui servizi per il turismo va dal 5 all'8%, mentre in Italia va dal 10 al 20%, il che può contribuire a spiegare il dato del punto 5.
  10. Lo stato ha effettuato molti tagli a carico dei finanziamenti regionali, in alcuni casi secondo logiche non comprensibili o non sempre condivisibili: ad esempio ha posto le Biblioteche Nazionali a carico delle Regioni.
  11. La complessità normativa mette in difficoltà gli operatori professionali e non incoraggia l'emersione dei servizi sommersi.
  12. Per essere concorrenziali rispetto all'offerta estera, occorre qualificare meglio l'offerta di servizi turistici e tutelare di più il turista.
Gran parte del dibattito seguente è stato dedicato al problema delle concessioni balneari derivante da un'applicazione della direttiva Bolkenstein, la direttiva europea per la liberalizzazione dei servizi che, se male applicata, rischia di mettere in una situazione di precarietà i concessionari delle spiagge, oppure di facilitare speculazioni di grossi operatori interessati ad acquisire ampie concessioni da sfruttare senza reinvestimento dei profitti nel territorio locale.