giovedì 8 dicembre 2011

Massimo Gay (Viareggio) scrive su TAV, inceneritori e Fiat


Le scrivo in merito all'articolo da lei pubblicato sulla Nazione di oggi domenica 4 dicembre 2011.

In merito a Mauro Moretti, amministratore delegato di Trenitalia, non molto simpatico a Viareggio:

io non conosco affatto le motivazioni dei comitati che si oppongono alla realizzazione dell'opera ma la storia anche recentissima ci insegna che queste molte opere sono prese con decisioni di pochi e, soprattutto, con motivazioni che (nascondendosi dietro il bene pubblico) rivelano quasi sempre degli INTERESSI cospicui ed a favore di POCHI. Il caso della TAV è emblematico: non lo vuole nessuno, considerando gli aspetti puramente tecnici non servirà a nulla (e fior di ingengneri, Marco Ponti,  ed economisti lo hanno detto a gran voce) eppure è stato DECISO e ci sono i soliti quatro fessi (tutti i valsusini) che non lo vogliono. Ma ci sarà mica dietro qualche Ligresti di turno ?
Ed il ponte sullo stretto? anche lì quattro fessi sostenuti dai soliti ingegneri comunisti che dimostrano che non serve? Chi lo progetta il ponte? Chi lo costruisce? chi lo gestisce per 30 anni? E' vero per costruirlo faremo lavorare molta gente ma poi, a ponte ultimato, dove li andiamo a far lavorare? Ci inventiamo qualche altra grande opera?
Per non parlare poi degli inceneritori... Anche lì, scava e scava c'è spesso un imprenditore, una fondazione bancaria, o l'amico del Direttore che percepisce l'affitto del terreno e del capannone dove soregerà il cogeneratore.

Quindi questi quatro fessi forse qualche ragione la hanno ma sicuramente ne hanno una: quella di non essere stati coinvolti a priori con dei processi partecipativi che avrebbero sicuramente trovato soluzioni da tutti condivise. La partecipazione è il futuro della politica e non è fantascienza: vada a vedere il fantastico processo partecipativo utilizzato per decidere il fururo delle ex Fonderia a Modena o il recente progetto partecipativo del Comune di Capannori.
Infine le dico che Moretti, dopo il suo comportamento per Viareggio ed il licenziamento di Riccardo Antonini, non è poi così simpatico a molti viareggini.

In merito a Sergio Marchionne e la Fiat:

sono d'accordo che molti operai hanno abusato di contratti nazionali che gli hanno permesso malattie e permessi solo per imbiancarsi casa o per fare lavori esterni al nero. Ma questo non autorizza Marchionne a fare come vuole perché se oggi è questo grande capitano di industria è perché ha avuto la possibilità di portare la produzione dove il costo del lavoro è più basso, scelta che una qualsiasi bambino delle elementari saprebbe fare indicandogli di aumentare il profitto senza aumentare le entrate (le piccole  e medie imprese che non possono andare all'estero, quelle sì che sono delle punte di diamante a rimanere in Italia). Ed ancora ci siamo dimenticati di quanta cassa integrazione e di quanti bonus ha usufruito la Fiat negli ultimi 60 anni? Quelle sovvenzione le ho pagate io, lei ed anche tutti gli operai Fiat con le loro tasse, quindi meriteremmo tutti un po più di rispetto ed una minore arroganza.

La saluto cordialmente
Massimo Gay, Viareggio


Massimo Gay è un Agronomo, funzionario Confederazione Italiana Agricoltori, interessato all'ecologia